Siccità e cambiamento climatico

Mentre è difficile attribuire un particolare evento metereologico al cambiamento climatico globale causato da attività antropiche legate all’effetto serra, il fatto che ciò avvenga come tendenza globale è ora inequivocabile, ed è molto probabilmente causato dall’influenza dell’Uomo. Per molti parametri chiave, il sistema climatico è già andato oltre i modelli di variabilità naturale all'interno del quale la nostra società ed economia si sono sviluppate e hanno prosperato, compresa la temperatura superficiale media globale, il livello di innalzamento del mare, la progressiva acidificazione degli oceani ed eventi climatici estremi.


In questo secolo possiamo aspettarci che le temperature aumentino tra 1,8 e 4,0°C e il livello del mare che salga di 0,5–1,4 m rispetto agli anni ’90.


Gli scenari del cambiamento climatico suggeriscono che l'Italia affronterà un futuro con meno giorni e notti fredde, più caldo e più frequenti giorni e notti calde, con un aumento della frequenza di giornate estremamente calde. Viene previsto un ulteriore calo delle precipitazioni rispetto ai decenni passati, con più frequenti e più intensi incendi boschivi.


Siccità e cambiamento climaticoIl cambiamento climatico si tradurrà quindi nel fatto che molte parti Italia diventeranno ancora più calde e secche.


Un aumento significativo dei periodi siccitosi con conseguente riduzione della produttività agricola in molte zone dell’Italia, soprattutto Centro-Meridionale intensificherà ulteriormente l'onere economico e lo stress per le comunità agricole.
In questo contesto che si prefigurerà critico, si cercherà di avere accesso a fonti di approvvigionamento idrico molteplici, quali i pozzi e i fiumi.


Questi ultimi non possono garantire nell’arco dell’anno una regolarità di fornitura, in quanto strettamente dipendenti dallo scioglimento di nevi e ghiacciai che stanno in realtà diradandosi come presenza. Le precipitazioni meteoriche risultano estemporanee e particolarmente violente, non garantendo quindi il livello regolare dei fiumi e il riempimento efficacie delle falde acquifere.


Per quanto riguarda i pozzi, l’abbassamento della falda (per le medesime motivazioni dei fiumi) genera forzosamente un innalzamento del livello salino di questa, rendendo spesso l’acqua non utilizzabile per uso irriguo e soprattutto non per tutti i tipi di coltivazioni e/o vivai.


Occorre quindi ragionare su degli investimenti lungimiranti, quali impianti a osmosi inversa, che con la loro capacità di dissalazione permettono di tutelare la propria attività, garantendo regolarità del tenore salino dell’acqua e permettendo un approvvigionamento idrico costante nell’anno.

Di cosa abbiamo bisogno per stilare un preventivo:
Il livello salino dell’acqua è estremamente variabile a seconda della natura geologica del terreno, della vicinanza dal mare, profondità del pozzo, ecc.
Risulta quindi che ogni impianto a osmosi inversa risulta progettato su misura per la necessità del cliente.


Le informazioni minime necessarie sono:

  • Volume di acqua giornaliero richiesto;
  • Caratteristiche di base dell’acqua da trattare: meglio se presente una analisi completa, ma come minimo Conducibilità, pH, durezza totale, Sodio, Solfati, Cloruri, Ferro.

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