Ci sono alcuni elementi che presentano un elevato impatto negativo sulla salute, in caso d'acqua potabile.
Uno di questi è l'Arsenico, presente in alcuni tipi di acque a causa della dissoluzione naturale di minerali.

L'ingestione di acqua contenente arsenico per periodi continuativi può portare a casi di cancro ai polmoni e alla pelle, al fegato e ad altri organi interni, iperpigmentazione, disturbi circolatori e altre malattie.

Con il recepimento della Direttiva Europea 98/83/CE, che è entrata in vigore il 25 dicembre del 2003 mediante il Decreto Legislativo 31/01, la concentrazione prevista nell’acqua destinata al consumo umano è stata ridotta da 50 a 10 microgrammi per litro, µg/l (ovvero a dieci milligrammi per metro cubo d’acqua).

In alcune regioni del Mondo, in particolare il Bangladesh, questo è diventato un problema di gravità Nazionale.
In Italia l'arsenico è presente principalmente nei pozzi di alcuni comuni dell’Emilia e della Lombardia (principalmente nelle province di Mantova e Cremona), del Veneto (Mediobrenta e Basso Veronese), dell’Alto Adige, della Campania, della Toscana (Monte Amiata e Colline metallifere) e nel Lazio settentrionale.

La sua rimozione presenta quindi una necessità in alcuni casi specifici, dove la natura della falda acquifera porta alla presenza costante di tale inquinante. Le tecnologie disponibili sono diverse, alcune delle quali abbastanza elevate come investimento iniziale, altre invece con elevati costi gestionali.

Sotto sono presentati diversi documenti di interesse pubblico che illustrano alcune delle tecnologie disponibili per la rimozione dell'Arsenico.

Il documento sottostante è disponible nel sito del U.S. Environmental Protection Agency:
 

https://water.epa.gov/drink/info/arsenic/upload/2005_11_10_arsenic_treatments_and_costs.pdf


I documenti sottostanti sono disponibili nel sito della United Nations University:

https://www.unu.edu/env/Arsenic/Ahmed.pdf

https://www.unu.edu/env/Arsenic/Robins.pdf


Vari paesi hanno redatto delle normative in relazione ai limiti massimi di inquinanti che devono essere presenti nelle acque destinate al consumo umano.
A livello nazionale è vigente il D.LGS. n.31 del 02/02/2001, relativo alla qualità delle acque destinate al consumo umano.
 

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